Storie della memoria
Quest'anno commemoriamo il Giorno della Memoria con le storie delle donne e degli uomini che hanno pagato con la vita il prezzo più caro della ferocia nazi-fascista. Sono le vittime dell'orrore dei campi di sterminio, dei campi di lavoro e prigionia, del confino, e sono gli invisibili che vennero uccisi nei letti di ospedale perché considerati "rifiuti della società".
I siti usati per lo sterminio furono in totale circa 42.500; all'interno di questi, i prigionieri venivano "codificati" e "classificati" in base a gruppi creati sulla base dei motivi dell'arresto. I simboli usati erano in stoffa, affibbiati sulla casacca all'altezza del petto sulla sinistra, e sui pantaloni all'altezza della coscia destra. I criteri per l'identificazione degli internati variavano però a seconda dei luoghi di detenzione e del trascorrere del tempo. In ogni caso, l'assegnazione di un prigioniero a una categoria dipendeva dalla decisione della Gestapo, e alla fine le suddivisioni finirono per essere confuse.
Gli ebrei venivano identificati con due triangoli gialli sovrapposti (a rappresentare la Stella di David), i rom con un triangolo marrone, le persone disabili, i malati di mente, le prostitute, le donne omosessuali con un triangolo nero, i testimoni di Geova con un triangolo viola, i maschi omosessuali con un triangolo rosa, gli oppositori politici con quello rosso. Mentre un triangolo di colore verde identificava i delinquenti comuni, che generalmente svolsero il ruolo di kapo.